Intervista a Jan Schumacher dalla Commissione Musicale del festival
Organizzare un festival come Europa Cantat è un'esperienza incredibile, ma è anche un lavoro duro che richiede passione, esperienza e uno specifico know-how. Per questo un ruolo importante è ricoperto dalla Commissione Musicale del festival. In questo episodio di Radio Festival abbiamo fatto qualche domanda al maestro Jan Schumacher, membro della Commissione Musicale del festival.
Maestro Schumacher, ci spiega il compito della commissione nell'organizzazione del festival?
La Commissione Musicale ha una serie di incarichi: all'inizio è lei che prova a ipotizzare cosa proporre all'ascolto, su quale musica indirizzarci. Per esempio in Italia noi vorremmo il Requiem di Verdi o il Vespro di Monteverdi. In seguito la commissione cerca di trovare chi possa essere l'artista o il gruppo vocale che può cantare i brani scelti, chi può insegnarli. È un bel lavoro, davvero entusiasmante ed è un cantiere sempre aperto.
Cosa fate dunque durante i vostri meeting?
Di solito iniziamo col raccogliere le idee per il programma del festival, poi pianifichiamo il programma, con un piano sempre più definitivo man mano che il festival si avvicina.
Uno degli aspetti più interessanti di Europa Cantat è l’estrema varietà del repertorio. Il prossimo luglio a Torino ci sarà spazio per il gregoriano, la musica rinascimentale, quella barocca, romantica e contemporanea. Ma anche per il jazz, il folk e il pop. Come possono convivere insieme questi diversi aspetti della musica?
Per me non c'è alcuna differenza tra musica seria e cosiddetta “non seria”. La differenza sta unicamente tra la buona e la cattiva musica. La buona musica c’è in ogni stile e in ogni genere. Pensiamo che sia importante mostrare tutti gli stili, a tutti i livelli, per dare un’idea di quanto sia grande e variegata la musica corale. Quello che rende unica e potente l'Europa da un punto di vista anche musicale è che sono presenti molti contesti culturali diversi, ma questo non è uno svantaggio, anzi, è un vantaggio per tutti ed è questo l'aspetto che mi auguro emerga in questo festival europeo.
Il festival è anche una grossa opportunità per coloro che non sono cantori, che comunque vogliono entrare in contatto con il mondo della musica corale magari per la prima volta. Uno degli scopi del festival Europa Cantat è di coinvolgere queste persone in eventi come open singing e i concerti all'aperto. C'è qualcosa che si sente di augurare a questi “novizi” del canto corale?
Certo… di provarci! Di non essere spaventati dall'idea di cantare e di non farsi impaurire dalla musica corale. So che è difficile cantare in pubblico perché la voce è uno strumento personale e probabilmente ci si spaventa perché proviene da dentro ed è sicuramente bizzarro ascoltarsi per la prima volta. Ma il bello di questo genere di festival è che non si è soli a cantare! Tutti quelli che cantano sotto la doccia al mattino possono anche cantare in un grande coro! Quindi, provateci e sentite il potere e la magia della musica cantata tutti insieme.
Si dice che il coro sia anche una sorta di metafora: se si è in grado di cantare insieme si è in grado anche di vivere insieme. Stando alla sua esperienza di direttore di coro e docente, quanto è importante l'esperienza corale per l'educazione dei giovani?
Credo sia uno dei compiti principali. Ne abbiamo appena discusso in commissione: io per esempio ho diretto un coro maschile composto da un centinaio di persone: nonni e nipoti cantavo insieme, quindi ragazzi di quattordici anni cantavano insieme ai loro nonni di ottanta. E ha funzionato perfettamente. La magia di cantare ed esibirsi insieme ad altre persone in un pezzo musicale costruisce davvero una connessione emozionale, che non funziona solamente tra persone della stessa famiglia come nonni e nipoti, ma anche tra persone provenienti da diversi paesi del mondo.
Qual è quindi il miglior approccio per coinvolgere i giovani nell'esperienza corale?
Penso sia veramente importante dare ai giovani delle responsabilità, non solo nell'ambito musicale ma anche nel comparto organizzativo. Il team del festival Europa Cantat è composto principalmente da giovani, posso dire che i giovani sanno essere molto diretti. Se non sei convinto di quello che fai o non affronti una cosa come la vorresti davvero affrontare, loro se ne accorgono subito e la cosa sicuramente non va a buon fine. Se invece lavori con passione, vivi e ami la musica, allora riuscirai a contagiarli con la tua esperienza e vivranno la più bella esperienza della loro vita.
Grazie a Jan Schumacher, membro della Commissione Musicale del festival…
e se vi è venuta voglia di cantare, beh, vi aspettiamo!